LAMBELLO

ARALDICA

“lambello” o “rastello” o “rastrello” da non confondersi con il capo d’Angiò (nel quale sono presenti dei gigli tra un pendente e l’altro).

Questa pezza ha ingannato più volte celebri araldisti, i quali credevano che il nome “rastrello” derivasse dallo strumento usato dagli agricoltori e delineavano tale forma all’interno degli scudi.

In Italia l’uso del “lambello” fu introdotto intorno all’anno 1265 alla venuta di Carlo I d’Angiò, fu distintivo di parte guelfa e concesso dai re di Napoli a famiglie loro devote.

Ma chi erano i guelfi che combattevano contro i ghibellini.

I Ghibellini e i Guelfi, erano due famiglie che si disputarono il trono germanico (in tedesco Weibelingen e Welf), ma che si rappacificarono nel 1234, cancellando cosi i rispettivi partiti.

Questi passarono però in Italia al tempo di Federico II, re di Sicilia e imperatore di Germania.

Ghibellini furono i partigiani dell’imperatore; guelfi quelli del papa.

Più tardi, le due parole ebbero significato confuso, tantochè Pisa, ghibellina, non fu fedele all’imperatore, e Firenze, guelfa, avversò i papi.

Entrambi i partiti, cosi degenerati, difesero i loro interessi e i potenti casati dei loro componenti.

Le guerre civili insanguinarono perciò l’Italia, e maggiormente Firenze, ove guelfi e ghibellini si alternarono al potere con conseguenze assai gravi.

Da queste lotte i partiti rinacquero con altri nomi, e i guelfi si divisero in bianchi e neri.

Ai bianchi appartenne il celebre Dante Alighieri.